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i costumi degli uomini, servono le più volte o alla pazza boria o alla viltà o all’avidità o all’ipocrisia di chi si avvisa che tutti i più belli ed utili studi abbisognino del nome suo per essere avuti in onore, o di chi pensieri e parole gitta a piè dei potenti siccome creta da esser foggiata secondo che questi mostrano il dente o la borsa, o di chi, più sciagurato! fa parer bello e vero al popolo ciò ch’è più laido e più falso, e finge intanto amore degli uomini e carità della patria.
Or bene! e vorrai tu adunque, dirà alcuno, che la donna, destinata da natura alle cure domestiche e ad allevare la famiglia, si faccia essa maestra agli uomini nel vero ufficio delle lettere e delle scienze? e, lasciando le masserizie, l’ago e la cuna, dovrà la donna farsi essa dispensatrice di sapienza al popolo, e dettando storie, orazioni e poemi fare odioso alle genti il vizio, e belle e gloriose la verità e la virtù?
Queste meraviglie sarà toccato anche a voi, o Signori, di udirle fare talvolta a coloro cui sembra quasi contro a natura che le donne, non lasciando di occuparsi in quei lavori che son propri solo di esse, consacrino ai buoni studi quelle ore, che non si hanno poi per così perdute se sien passate in sazievoli leziosaggini, o in velenose letture o nel beato far niente. So anch’io che quando un santo ed utile fine