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più pace per lui. Ma perchè nonostante nemmanco sapeva determinarsi ad obbedire ai rimproveri di quella voce, e ognuno avrebbe potuto recar facile giudizio di tanto irragionevole ostinazione, stimò necessario che quella voce fuor non uscisse dal gabinetto reale. Laonde fece chiudere il Battista nel carcere della medesima rocca Macherontina che aveva servito di pretesto alla tradita regina per ritornare ai suoi lari1.

La virtù, o miei signori, ha delle attrattivo che obbligano quei medesimi che non si sentono di seguirla, che la diffamano, che la combattono, a stimarla, temerla ed amarla ad un tempo. Difatti Erode, nel mentre sosteneva in prigione il Battista e non ne ascoltava il severo rimprovero, pure il considerava siccome un santo, voleva di quando in quando vederlo, parlargli e in molte cose seguirne i pregiati consigli2. Tuttociò assai di malocchio osservava Erodiade, paurosa che il Tetrarca finisse un giorno a rimaner convinto delle insinuazioni di Giovanni, e la restituisse al suo vero marito. A togliersi il qual dubbio aveva ella più volle insidiato alla vita del Precursore, però sempre inutilmente, grazie alla cura istessa con cui l’Antipa voleva guardato Giovanni3. Ebbe per altro ben presto la rea donna inventato il modo di cogliere Erode all’amo di quella inclinazione a lascivia di cui ella medesima gli era fomento.

  1. Mar. VI, 17 — Corn. a Lap. in Comment.
  2. Mar. VI, 20.
  3. Mar. VI, 19.