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importava non invalesse l’opinione che l’altezza del grado, l’abbondanza delle dovizie, la forza esser potessero mai scudo del vizio, tutela alla colpa, argomento a vile silenzio e connivente longanimità per parte dell’uomo di Dio. Giovanni ancora pensava che là, era d’uopo si spingesse principalmente lo zelo del Precursore di Cristo ove più tristo o contagioso era il male, là sfolgorasse la luce della verità ove più difficilmente suol penetrare. Si muove adunque dal suo deserto il Battista; e la fama che lo precede gli apre l’adito fino ai più intimi penetrali della Corte sovrana, e il rispetto che incute al solo vederlo fa che nessuno gli impedisca di portarsi immediatamente alla presenza del re, al quale liberamente protesta: Non ti è lecito avere la moglie di tuo fratello1.
Qualunque dei baroni della Corte, il più benemerito degli uffiziali o dei ministri, il meglio affezionato e beneviso dei cortigiani, l’amico più caro, il parente più stretto non avrebbe ardito di dire al principe, neppur per velata metafora, metà del tanto che Giovanni dichiarato gli aveva con quella laconica, incontrovertibile, divina, sentenza; Non ti è lecito avere la moglie di tuo fratello2. Quelli avrebbero, non senza motivo, potuto temere vedersi d’un tratto privati d’ogni salario ed onore, balzati dalle cospicue cariche