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per la conversione e salute di qualunque maggior peccatore, mandava ben anco un Natanno a Davidde e un Giovanni Battista ad Erode, che caritatevolmente manifestassero agli incauti la enormità del peccato.
Se non che, basterà all’uom sensuale comprendere tutta, la profondità dell’abisso di cui sta in fondo perchè tosto fuor se ne cavi? — Eccovi seconda e più grave conseguenza del peccato impuro. Il disonesto capirà il male che fa, l’avvilimento a cui si riduce, le deplorabili conseguenze a cui va incontro; ma, avvinto come da ferrea catena al suo vizio, non si determinerà efficacemente a correggersene; non saprà abbandonare l’oggetto dei suoi colpevoli amori, preferirà costringere al silenzio quella voce che gli reca salutar turbamento. Avrà rossore di se medesimo, ma tenterà nascondere a se stesso le proprie vergogne. Gli parra di leggere la propria condanna sul volto di tutti, ma menerà vanto di sua dissolutezza per impedire coll’impudente franchezza che si ardisca di censurarlo. La parola indipendente del ministro di Dio, l’interna ineluttabil legge di coscienza, lo spavento che inesorabilmente perseguita chi offende l’ordine morale, non gli permetteranno di godere in pace i suoi voluttuosi piaceri; ed egli non cercherà il rimedio nella conversione, ma la sazietà nel prolungamento di soddisfazioni, delle quali è più facile tenersi immuni che accontentarsi. Ogni giorno più infelice e perverso, ed ogni giorno più ostinatamente