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ancora l’immonda passione nel momento medesimo in cui più di ventiquattro mila uomini stavano per soggiacere, d’ordine di Dio, al capitale supplizio, appunto per aver commesso fornicazione? — Lasciò Sansone i lusinghieri amplessi di Dalila, ad onta che questa gli avesse date replicate prove d’essere intenta a tradirlo? — E i larghi e molteplici benefici dal Signore prodigatigli impedirono forse che Davide per una voluttuosa dilettazione d’adulterio si macchiasse d’omicidio; e Salomone bruciasse incenso agli Dei bugiardi dopo aver fabbricato il tempio dell’unico vero Iddio ed eccitata coll’inarrivabile sapienza la giusta meraviglia di tutto il mondo?

Ah pur troppo una mente occupata da lascivia non più è capace di rettamente pensare1; e l’amor dell’avvenenza delle forme è la morte della ragione e s’approssima alla pazzia; conciossiachè il sucido vizio della sensualità è il più contrario alla nobile essenza dell’anima nostra, perturba il consiglio, attuta i generosi slanci, impiccolisce, avvilisce i concepimenti2. L’anima dell’uomo vien come ad inchiodarsi ai soddisfacimenti del corpo in modo tale, che una volta abbia acconsentito a libidine, immersa nel fango, non più sa elevarsi all’altezza da cui discese3. La fornicazione travolge l’intimo senso e dell’uom ragionevole forma un bruto4.

  1. Gregor. Lib. 22, Moral.
  2. Hieron. ad Jovin, Lib. 1.
  3. S. Ambrosius.
  4. Hieron. in Oseam, Cap. iv.