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tenza, e gli altri tre detti, sono come alcuni membri della beatitudine, oppure si riducono tutti come a un capo. Intendo, risposi, quello che tu proponi che si debba investigare; ma desidero udir quello che tu ne risolvi e determini. Piglia, disse ella, come si debbe dividere e distinguere questa cosa, in cotal maniera. Se tutti questi beni fossero membri della beatitudine, essi sarebbero ancora tra loro differenti; perciocchè questa è la natura delle parti, che più cose diverse compongono un corpo. Ora egli s'è mostrato che tutte queste cinque sono una cosa medesima: dunque non sono membri; altramente parrebbe che la beatitudine fosse composta d'un membro solo, il che non può essere. Cotesto veramente, risposi, non è dubbio; ma io aspetto il rimanente. Che tutte si riferiscono al bene è, disse ella, palese; perciocchè la sufficienza si cerca, perchè è giudicata esser bene; la potenza medesimamente si cerca, perchè si crede buona: il medesimo possiamo dell'onore, della gloria e della giocondità conghietturare. La somma dunque e la cagione di tutte le cose desiderabili si è il bene; perciocchè quello il quale non ritiene in sè nè in fatto nè in apparenza alcun bene, desiderare in nessun modo non si puote. E per lo contrario eziandio quelle cose che per natura buone non sono, solo che pajano tali, come veri beni si desiderano. Onde avviene che la somma, il colmo e la cagione di tutte le cose che si desiderano, si crede che sia, e non a torto, la bontà; e quella cosa per cagione della quale se ne desidera alcun'altra, pare che sopra tutte debba desiderarsi: come se alcuno,