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un corollario, ovvero giunta; perchè, diventando gli uomini beati mediante l'acquisto della beatitudine, ed essendo la beatitudine essa Divinità, chiaro è che gli uomini mediante l'acquisto della beatitudine divengono beati: ma, come chi acquista la giustizia diventa giusto, chi la sapienza saggio; così chi acquista la divinità è necessario per la medesima ragione che divenga Dio: di che séguita che ciascuno, il quale è beato, sia Dio; e, sebbene Dio per sua natura è un solo, possono però essere per participazione moltissimi Dii. E io: Questo è, risposi, un bello e prezioso o porisma o corollario o giunta o vantaggio, che tu te 'l voglia chiamare. E di quello, soggiunse ella, che la ragione persuade che debba congiugnersi e annodarsi con questo, non è cosa alcuna più bella. E quale è? dissi io. Con ciò sia cosa, rispose, che la beatitudine paja molte cose contenere, dobbiamo noi dire che tutte queste cose si congiungano insieme, e facciano quasi il corpo della beatitudine con una certa varietà di parti, ovvero che sia alcuna d'esse, la quale compia la sostanza della beatitudine, e ad essa si riferiscano l'altre? Io vorrei, risposi, che tu mi aprissi quello, che dir vuoi, col ricordarmi quali siano esse cose. Non giudichiamo noi, disse ella, che la beatitudine sia bene? Sì, risposi io, e il sommo. Tu puoi, rispose ella, aggiugnere cotesto a tutte, perchè la medesima somma sufficienza, la medesima somma potenza, la riverenza ancora, la chiarezza e il piacere si giudica che sia la beatitudine. Che dunque vuoi inferire? dissi io. Se tutti questi beni, rispose, la sufficienza, la po-