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bene perfetto sia la somma beatitudine; dunque è necessario che la vera beatitudine nel sommo Dio sia collocata. Intendo, risposi, nè si può contradire in verun modo. Ma per l'amor di Dio, soggiunse ella, considera bene quanto tu approvi santamente e inviolabilmente quello che è da noi stato detto, il sommo Dio essere pienissimo del sommo bene. E in che modo? risposi io. Che tu non pensi, replicò ella, e presuma che questo padre di tutte le cose o abbia ricevuto di fuori quel sommo bene, del quale si dice che è colmo, o l'abbia in guisa naturalmente, che tu stimi che la sostanza di Dio che ha la beatitudine, e quella della beatitudine che è avuta da lui, siano sostanze ed essenze diverse, essendo amendue una natura medesima; perchè, se tu pensassi che egli lo avesse di fuori avuto, tu potresti stimare che più fosse eccellente quella cosa che ha cotale bene dato, che quella la quale lo ha ricevuto. E noi, come è degno, confessiamo che Dio è più eccellente dell'altre cose tutte quante; e, se egli ha il sommo bene per sua natura, ma in guisa però che egli sia diverso dalla sostanza di lui, favellando noi di Dio principe di tutte le cose, immagini pure chi può, chè mai troverà niuno chi colui fosse, il quale congiugnesse insieme queste due cose diverse. Ultimamente quella cosa la quale è diversa da qual si voglia altra, non è quella dalla quale ella s'intende essere diversa; il perchè quello che di sua natura è diverso dal sommo bene, non è 'l sommo bene; la qual cosa è empio pensare di Dio, del quale manifestamente non è cosa alcuna più degna, perciocchè senza fallo alcu-