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della somma beatitudine vedete col pensiero, se non perspicace e chiaro, almeno tale, quale egli è. Laonde, come al vero bene l'intendimento naturale vi guida e invía, così vi sviano dal medesimo e vi ritraggono molti errori di varie maniere; il perchè considera un poco se mediante quelle cose, per mezzo delle quali si fanno a credere di poter conseguire la beatitudine, possano gli uomini al destinato fine arrivare. Perciocchè, se la moneta, se gli onori, e quell'altre cose n'arrecano cosa alcuna così fatta, che nessuno bene le paja mancare, noi ancora confesseremo che divengano felici coloro i quali le conseguono. Ma se elleno non possono attendere quanto promettono, e oltra ciò mancano di molti beni, non è egli manifesto che non la vera in loro, ma una falsa sembianza di beatitudine si ritrova? Io dunque te medesimo primieramente, il quale poco fa eri ricchissimo, dimando se fra quelle tante ricchezze perturbò mai l'animo tuo alcuna angoscia per qualunque villanía in verun modo fattati. E io: Certamente, risposi, non posso ricordarmi d'esser mai di sì franco animo stato, che alcuna cosa nol tormentasse. Or dimmi, rispose ella, non t'avveniva cotesto o perchè tu non avevi quello che avresti voluto avere, o perchè tu quello avevi che voluto avere non avresti? Ben sapete, risposi io. Dunque tu desideravi, soggiunse, la presenza di quello, e di questo la lontananza. Confessolo, le risposi. Ed ella: Non manca ciascuno, rispose, di quella cosa, la quale egli desidera? Manca, risposi. Chi manca, disse ella, d'alcuna cosa, non può chiamarsi al postutto sufficiénte e