Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/58

58

limitata e ristretta sia? Aggiugni, che questo breve chiuso, che s’abita, è abitato da più nazioni, le quali sono di lingua, di costumi, e nei modi di tutta la vita diverse, alle quali sì per la malagevolezza delle vie, e sì per la diversità de’ linguaggi, e sì ancora per la disusanza del commercio non trafficando nè praticando l’una coll’altra, non solo non può pervenire la fama degli uomini particolari, ma nè ancora quella delle città. Finalmente al tempo di Marco Tullio, sì come dice in alcun luogo egli stesso, non aveva la fama della repubblica romana trapassato ancora il monte Caucaso, ed era in quel tempo grande tal, che infino i Parti e l’altre genti di quelle contrade ne temevano. Vedi tu dunque quanto sia picciola e ristretta da ogni parte quella gloria che voi d’allungare e slargare faticate? Credi tu, che dove non può aggiugnere la fama del nome di Roma arrivi la gloria d’uno uomo romano? Che dirò che i costumi e gli ordinamenti di diverse genti sono tra sè discordi in guisa, che quello che appo una nazione è giudicato degno di lode, appo l’altra si giudica degno di castigo? onde avviene che a chi si diletta d’aver fama, e che sia favellato di lui, non è utile in modo alcuno che il nome suo si diffonda in assai popoli. Verrà dunque a essere contento ciascuno di quella gloria che si spargerà tra’ suoi; e fra i termini d’un paese solo quella tanto celebrata immortalità della fama ristretta fia. Quanti uomini grandi e famosi ne’ tempi loro crediamo noi che abbiano scancellati e come tolti del mondo la dimenticanza e carestía degli scrittori? benchè che giovano le scritture, le quali