vedi presenti, aggiugne il tuo vederle alcuna necessità loro? mainò. E pure, se degno è agguagliare il presente divino coll’umano, come voi con questo presente temporale alcune cose vedete, così Dio col suo presente eterno le vede tutte. Il perchè questa preconoscenza divina la natura e proprietà delle cose non muta; e tali vede appo sè le cose presenti, chenti, quando che sia, nel tempo futuro avverranno: nè i giudizii delle cose confonde; e con un guardo solo della mente sua vede tutte le cose, così quelle che necessariamente deono venire, come quelle che necessario non è che vengano: non altramente che voi, quando in un tempo medesimo alcuno uomo andar per terra e il sole in cielo levarsi vedete; perchè, sebbene vedete l’uno e l’altro insieme, questo però essere volontario discernete, e quello necessariamente avvenire giudicate: così dunque l’occhio divino sguardando il tutto, non perturba la qualità delle cose, le quali appo lui sono ben presenti, ma quanto alla condizione del tempo future; onde nasce che, quando egli conosce alcuna cosa dovere avvenire, la quale medesima sa che non ha necessità d’avere a essere, questa non è opinione; anzi è cognizione sopra essa verità fondata. E, se tu qui dicessi: quello che Dio vede dovere avvenire, non può non avvenire; quello che non può non avvenire, è di necessità che avvenga; e mi volessi astrignere a questo nome di necessità; io ti confesserò una cosa, la quale è bene saldissimamente vera, ma tale che appena alcuno, se già non fosse contemplatore delle cose divine, acconsentirla potrebbe. Perchè io rispon-