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Perchè or, ciascuna parte
In sè ristretta, a sè sè stessa rende,
25E ’l falso con ragion vera riprende?
Questa è via più cagione efficiente
Della materiale, e più possente.
Ma non perciò neghiam che innanzi vada,
Perchè svegli le forze
30Dell’alma, e quasi a moversi la forze,
Alcuna passïon nel corpo vivo:
Come par ch’egli accada
Quando l’occhio, per sè organ passivo,
Lume ferisce che lo rende attivo,
35O l’orecchie percuote suon che ratto
Dalla potenza le riduce all’atto.
Desto allor della mente il gran valore,
Le forme, ch’entro tiene,
Chiamando a simil movimenti, viene
40Ad applicarle a quei segni che ogn’ora
Gli son pôrti di fuore;
E per contrario l’ordin vôlto, ancora
A quelle spezie, che in lui fan dimora,
L’ immagin, che di fuor gli vengon, sempre
45Agguaglia e mischia con mirabil tempre.
PROSA QUINTA.
Ora, se l’animo nostro nel sentire e conoscere le cose corporali; dove le qualità offerte e pôrte di fuori conciano in un certo modo e immutano gli strumenti de’ sensi, e dove è necessario che, innanzi che il vigore dell’animo operi, preceda alcuna passione del corpo, la quale provochi in sè l’operazione della mente, e desti in parte le forme e immagini che dentro si riposano; se in sentire, dico, e conoscere le cose corporee l’animo nostro non s’impronta