Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
161 |
Solo il tutto rimembra,
30Ma di ciascuna cosa obblío la preme.
Dunque ciascun, che ’l vero
Cerca trovar, ben l’ha veduto in parte,
Non già del tutto lo conosce intero:
Ma quello universal, che in ciel comprese
35Membrando, fa palese
Ogni obblïata sua spezïal parte.
PROSA QUARTA.
Allora ella: Questa della provvidenza è, disse, quistione antica da Marco Tullio ne’ libri della Divinazione fortemente ricerca e abburattata, e cosa da te stesso lungamente e molto investigata, ma non già da alcuno di voi tanto diligentemente, infin qui, e tanto fermamente spedita, che basti. La cagione della qual nebbia e oscurità si è, che il movimento del discorso umano alla semplicità della divina prescienza appressar non puote; la quale se pensare in alcun modo si potesse, nulla rimarrebbe di dubbio: il che così finalmente d’aprire e spacciare tenterò, se prima avrò quelle cose spedito, per le quali tu ti muovi. Perchè io ti dimando per qual cagione tu pensi che la ragione di coloro, i quali solvono questa quistione, non sia efficace? La quale, perciocchè stima la prescienza non essere cagione di necessità alle cose future, reputa la libertà dell’arbitrio in niente essere dalla prescienza impedita: perciocchè nè tu ancora trai d’altronde l’argomento della necessità delle cose future, se non perchè quelle cose, le quali si preveggono e sanno innanzi, non possono non avvenire. Se dunque l'anticonoscenza, cioè il conoscere le cose