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D’un medesimo fonte origine hanno
     E Tigre ed Eufrate; ma di poi,
     6Disgiunte l’acque, scompagnati vanno.
Onde, se poscia i lor corsi amboduoi
     Congiugnessero insieme, quel che in uno
     9Cade, si trovería nell’altro poi.
E di questo e di quel le navi in uno
     S’incontreríeno; e che il caso o la sorte
     12Ciò fatto avesse stimería ciascuno.
E pur non son cotali incontri a sorte,
     Perchè l’ordin del fiume il corso regge,
     15Che in un l’accozza per vie chine e tôrte.
Così fortuna ha chi guida e corregge
     Gli avvenimenti suoi, sebben par vada
     18Libera e sciolta da ciascuna legge,
Dando e togliendo donde più le aggrada.


PROSA SECONDA.

Io vo considerando, risposi, e concedo che così sta la cosa, come tu di’; ma io vorrei sapere se in questo ordinamento di cagioni, le quali, dipendendo l’una dall’altra, sono concatenate insieme, si trova libertà alcuna del nostro arbitrio, o pure ancora i movimenti degli animi umani costrigne e lega quella catena fatale? Trovasi, rispose, perchè non può essere alcuna natura, che abbia la ragione, la quale non abbia ancora la libertà dell’arbitrio; perchè quello che può naturalmente usare la ragione, ha ancora il giudizio per lo quale ciascuna cosa puote per sè stesso discernere. Dunque egli e le cose che debbono fuggirsi, e quelle che sono da essere desiderate, conosce; ma ciascuno desidera quello che egli giudica che si debba desiderare, e fugge quello che stima