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LE RIME SETTIME E ULTIME.

Cinque e cinque anni guerreggiando Atride,
     La moglie tolta a Menelao suo frate
     Vendicò, presa e disolata Troja.
     Questi, per muover già le greche armate,
     5Compra i venti col sangue in Aulíde;
     E padre vuol che la sua figlia muoja.
     Ulisse il saggio con estrema noja
     Pianse la morte de’ compagni cari,
     Che Polifemo con brama empia e rea
     10Nel largo ventre divorati avea;
     Ma ben tornò gli amari
     Pianti a Ulisse in riso, e ’n giuoco il duolo,
     Privo dell’occhio, ch’egli aveva, solo.
Ercole ancor dure fatiche fêro
     15Conto e famoso al mondo: egli i superbi
     Centauri domò; l’altere spoglie
     Tolse al leon, che in disusati acerbi
     Modi il bosco neméo struggeva fero;
     Ei con quell’arco, che sì dritto coglie,
     20Diede alle sozze Arpíe l’ultime doglie;
     Egli al dragon, che desto gli guardava,
     Colla stanca più grave, ove ei s’avvolse,
     La mazza, i pomi d’oro a forza tolse;
     E Cerber, che abbajava
     25Con tre bocche all’entrar, che non passasse,
     Con tre catene dell’inferno trasse.
Egli il feroce inuman Dïomede
     A’ suoi cavalli stessi in cibo pose;
     Ei l’Idra e ’l suo velen col fuoco estinse;
     30Tronco d’un corno, sotto l’onde ascose
     La sua fronte Acheloo, tal duol gli diede;
     Egli Antéo nella Libia in aere strinse,
     E così l’abbattè premendo e vinse,