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fa una cosa da uno che conosce, sebbene quegli che ciò non sanno ne prendono stupore? perchè, per toccare brevemente e strignere in picciol fascio alcune poche cose che può la ragione umana, della profonda divinità di costui, che tu giustissimo e grandissimo mantenitore del dritto reputi, alla provvidenza, che sa tutte le cose, pare il rovescio. E Lucano famigliar nostro n’avvertì che la causa di Cesare vincitrice piacque agli Dii, e la vinta di Pompeo a Catone. Ciò che tu vedi dunque che qui fuori di speranza si faccia è quanto alle cose dirittamente e con ordine, ma quanto all’opinione tua perversamente e confusamente fatto. Ma ponghiamo che sia alcuno tanto ben costumato, che di lui il divino giudizio e l’umano s’accordino parimente; ma è infermo delle forze dell’animo, talchè, se disgrazia alcuna gli avvenisse, si rimarrebbe di amare e osservare l’innocenza, veggendo che per quella non ha il grado e fortune sue ritenere potuto: e perciò Dio, che saggiamente dispensa, risparmia costui, il quale l’avversità potrebbe fare manco buono, nè vuole che chi non merita sofferi fatiche e stenti. È alcuno altro perfetto di tutte le virtù, e tutto santo, e a Dio prossimano: giudica la provvidenza divina non esser lecita cosa che costui da alcuna avversità tocco sia, intanto che nè anco da malattíe corporali molestare il lascia; perchè, come disse un certo ancora di me più eccellente con parole greche, ma in questo sentimento, il corpo dell’uomo santo edificarono le virtù. Avviene ancora spesse volte che il governo delle cose si dia a’ buoni, perchè la