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sta materia è così fatta, che, tagliata una dubitazione, ne crescono su, come i capi dell’idra facevano, innumerabili dell’altre, nè se ne verrebbe alla fine mai, se alcuno non con fuoco elementare, come fece Ercole a’ capi dell’idra, ma con quello della mente, che è più vivace di tutti gli altri, non le costrignesse e raffrenasse; perciocchè in essa della semplicità della provvidenza, dell’ordine del fato, de’ casi súbiti e avvenimenti repentini, della cognizione e predestinazione di Dio, e della libertà dell’arbitrio cercare si suole; le quali cose quanto siano gravi e di quanto momento, tu stesso il comprendi: ma perchè il fare che tu ancora queste cose conosca è una parte della tua medicina, non ostante che da stretto termine di tempo racchiusi siamo, ci sforzeremo però di determinarne alcuna cosa; ma se il piacere de’ versi misurati, che noi cantiamo, ti diletta, bisogna che tu differisci un poco e prolunghi questo diletto, mentre che io annodo insieme e tesso per ordine cotali ragioni. Come ti piace, risposi. Allora ella, come da un altro principio cominciando, disputò in questa sentenza: La generazione di tutte le cose, e ogni processo delle nature mutabili, e ciò che in qualunque luogo si muove, le cagioni l’ordine e le forme dalla stabilità della mente divina sortisce e trae. Questa, standosi nella rôcca della sua semplicità riposta e assettata, ordinò non un modo solo, ma diverso, e di molte e varie maniere, alle cose che far si dovevano. Il qual modo, quando nella propria purità della intelligenza divina si considera, si nomina provvidenza; ma quando a quelle cose, che egli muove e dispo-