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15Quando la cuopre del terrestre manto.
Certo del vero il buon seme eccellente
Entro riman, che poi s'accende quanto
Dottrina il soffia, o bel costume santo.
Perchè, come se dentro non aveste
20Nel profondo del cor scintille tali,
Quando alcun vi dimanda i beni e i mali,
Risponder per voi stessi saperreste?
E, se l'alta e preclara
Musa del gran Platone il ver dicea,
25Quanto ciascuno appara
È sol membrar quel che nel ciel sapea,
Ma poscia il vel mortal tolto gli avea.
PROSA DODICESIMA.
Io per me convengo, dissi allora, grandemente con Platone, perciocchè questa non è la prima volta che io mi ricordo delle cose che tu di sopra m'hai raccontate, ma la seconda. La prima volta, che io le sdimenticai, fu quando presi la mortal vesta delle membra terrene; la seconda poi quando, gravato dalla grandezza del dolore, perdei la memoria. Allora ella: Se tu riguardi, disse, le cose concedute di sopra, tu non sei molto lontano dal ricordarti quello che dianzi confessasti di non sapere. Che? risposi io. Con quai timoni, disse ella, e reggimenti si governi il mondo. Ben mi ricordo, risposi, d'aver confessata la mia ignoranza; e, comechè io già vegga quello che tu déi dire, desidero nondimeno d'intenderlo da te più chiaramente. Che questo mondo sia retto da Dio, disse ella, pensavi tu poco fa che non fosse da dubitarne. Nè ora anco