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40 c. sallustio crispo

quel piano, da man manca nei monti; fiancheggiavalo a destra una rupe scoscesa: perciò Catilina, spiegate in fronte otto coorti, l’altre addietro più fitte collocò per riserva; dopo averne però trascelti ed estratti i Centurioni ed i meglio armati soldati per trasferirli nelle prime file. Al destro corno prepose Cajo Manlio, un Fiesolano al sinistro, stringendosi egli, coi liberti e i coloni, all’Aquila centrale, che dicevasi essere quella stessa, sotto cui Mario aveva debellati i Cimbri. Ma nell’opposto campo, Cajo Antonio non potendo per podagra in persona combattere, l’esercito commetteva a Marco Petrejo, Legato. Questi dispose in fronte le veterane coorti scritte per la guerra civile; il rimanente dietro esse per spalleggiarle. Antonio poi, per ogni fila a cavallo scorrendo, ciascheduno per nome chiamava, incoraggiva, esortava: Non obliassero, ch’essi, contro una vile ed imbelle genìa, per la patria, pe’ figli, pe’ Lari, pugnavano. Era costui veramente soldato; e stato nell’esercito da più di trent’anni con sommo suo lustro, a vicenda Tribuno, Prefetto, Legato, e Pretore; conoscendo egli quasi ciascun soldato, le più forti imprese sapendone, e lor rammentandole, i guerrieri animi a prova infiammava.


LX.


Petrejo poscia, esplorata ogni cosa, fa dar nelle trombe, e passo passo le coorti inoltrarsi. Lo stesso fanno i nemici. Giunti a tiro che i fanti leggieri azzuffarsi potevano, con altissime grida spingendo innanzi le insegne, l’un l’altro si avventano: e gittate le lance, ne vengono ai brandi. I veterani, memori dell’antica virtù, stringono fortemente dappresso i ribelli; questi audacemente resistono; inferocisce la pugna. Era Catilina a vedersi; coi più spediti fanti in prima fila aggirarsi, i vacillanti soccorrere, ai feriti supplire coi sani, a tutto badare, combattere e fare strage egli stesso; prode soldato ad un tempo, e gran capitano. Petrejo, vedendosi da Catilina, come già si aspettava, disperatamente investito, spinge fra le di lui squadre la coorte pretoriana, che rotti i loro ordini, quelli che qua e là resistevano, uccide: quindi egli per ogni fianco tutti gli assale. Manlio e il Fiesolano, combattendo fra’ primi, cadono estinti. Catilina, vedendo sbaragliato il suo esercito, e se stesso da pochi attorniato, memore della stirpe e dignità sua, infra i più densi nemici si scaglia, e quivi pugnando è trafitto.