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28 c. sallustio crispo

XLV.


Ciò fatto, e prefissa la notte della loro partenza, Cicerone dai Legati informato di tutto, ordina a Lucio Valerio Flacco, ed a Cajo Pontino, Pretori, di cogliere al laccio gli Allobrogi col lor corteggio sul ponte Milvio: e svelata lor la cagione, li lascia liberi di operare secondo l’occorrenza. Costoro militarmente in buon ordine posate le sentinelle, di soppiatto, come imposto lor era, occupano il ponte. Giuntine a mezzo i Legati e Volturcio, dai due capi di esso s’innalzano grida. I Galli consapevoli, senza indugio si arrendono ai Pretori: Volturcio esorta gli altri da prima, e imprende colla spada a difendersi; ma, abbandonato dai Legati, a domandare incomincia la vita a Pontino, cui noto ben era; poi tremante, e diffidando di sua vita, ai Pretori, come a nemici, si arrende. Annunziatori dell’esito dell’impresa spedisconsi al Console immediatamente.


XLVI.


Cicerone da tal novella ritrasse ad un punto letizia somma e dolore: lieto per la manifestata congiura, e la città da sì grave pericolo scampata; dubbio e pensoso, per non saper che si fare di tanti cittadini colti in così orribil delitto; che, severamente punito, a lui di gran carico riuscirebbe; ed impunito, la Repubblica manderebbe in rovina. Ma, raffermato l’animo, ordina che tosto gli sian fatti venire Lentulo, Cetego, Statilio, e Gabinio, ed un Cepario da Terracina, che in Puglia avviavasi per ribellare gli schiavi. Compariscono tutti senza indugiare, tolto Cepario uscito poc’anzi di casa, perchè, saputa l’accusa, erasi di Roma fuggito. Il Console di propria mano traduce Lentulo in Senato, avendo rispetto alla sua dignità di Pretore; comanda ai custodi che gli altri siano condotti nel tempio della Concordia, dov’egli adunato l’avea. Nel Senato, che numerosissimo era quel dì, Cicerone introduce Volturcio e i Legati. Flacco Pretore, per ordine suo, vi presenta le lettere da esso intercette


XLVII.


Interrogato Volturcio della strada ch’ei tenea, delle lettere, del come, del perchè si partisse; da prima tutt’altro fingendo, della congiura dissimulava; poscia promessagli la impunità, rivelò tutto il vero: pochi giorni prima essere egli stato da