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250 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
meno cordialmente ed arditamente degli uomini, tutti compresero che la rigenerazione della patria racchiudeva, o meglio supponeva, quella del sesso femminile, ond'è accaduto che i più autorevoli apostoli della indipendenza italiana lo fossero altresì della riforma nella educazione delle donne italiane; basti ricordare i nomi di Mazzini e di Tommaseo. In pari tempo le donne più benemerite della riforma della femminile educazione furono tra le più calde e sincere fautrici dell'italiana indipendenza; valga per tutte ricordare Caterina Franceschi Ferrucci. Più tardi assai, ed anzi sotto gli occhi nostri, dopo conseguita l'indipendenza non solo, ma anche l'unità politica d'Italia, concentrato il pensiero degli scrittori, autorevoli o no, nella discussione di problemi esclusivamente sociali, la quistione femminile è stata ripresa fra noi, come già dissi, con quella ampiezza di considerazioni, e con quella arditezza di problemi e di conchiusioni, in cui ci aveano preceduto gli Inglesi, gli Americani ed i Francesi.
libri dell'una e dell'altra specie: il Paragone delle donne francesi con le italiane, di anonimo autore, con falsa data da Ginopoli 1817, libro ricco di ingegnose e vere osservazioni. Fra le altre cose vi si osserva giustamente che le donne italiane, preferite del resto dall'autore in fatto di bellezza, di ingegno, di forza d'amore, la cedono alle francesi in piacevolezza di maniere e di conversazione, in operosità e abilità industriali, e più delle francesi sono dominate dall'invidia e dal pettegolezzo: tutto ciò pel motivo che le italiane non vivono cogli uomini al pari delle francesi, né sono messe a parte degli interessi dei mariti e figli — Apologia delle donne, lettera di Clarisso a F. G. (Firenze 1836), opuscoletto in cui si decanta la maggiore onestà delle donne, perchè più sensibili, e nondimeno piuttosto sedotte che seduttrici, l'intuito divinatorio delle donne, che compensa la mobilità della loro mente, la maggiore generosità degli affetti. È deplorata con focosa eloquenza l'ignoranza in cui si tengono le donne, a cui poi se ne addebitano le conseguenze, e dicesi fra le altre cose: «quale educazione può istillare alla prole una donna serva? Servile». — Il trionfo delle donne, discorso accademico, pubblicato in francese dal signor Toselli, lombardo (Parigi 1802), e tradotto in italiano da Livia Comi (Bergamo, Mazzoleni, 1831). — La donna colle sue virtù e coi suoi vizi, di Francesco Giuntini (Firenze 185G), libro del genere di quello del Deschanel (v. sopra, p. 152), ma posteriore a questo, e senza paragone meno ricco di citazioni).