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242 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
Più copiosa e proficua messe di studi e di proposte intorno alle doti e agli uffici del sesso femminile ha già recato finora il secolo decimonono, che non tutti gli altri anteriori insieme riuniti. Era naturale del resto che un argomento cui
delle donne maritate, del cardinale Agostino Valiero (Padova 1744), del bellissimo libro Sulla educazione delle fanciulle, d'anonimo autore, comparso a Venezia nel 1765 (Palese), in cui si danno i migliori suggerimenti circa la educazione fisica e morale delle bambine, e sulla istruzione delle fanciulle nella filosofia morale e nell'economia domestica, del Matrimonio felice, lettera in versi al figlio prossimo a maritarsi, di Augusta Piccolomini Petra Vastogirardi (Firenze, Bonducci, 1765), della Felicità nel matrimonio, opera morale piacevole e politica, dell’abate N. N. (Milano 1760, della Mancia per l'anno nuovo a una dama, o Avviso ad una figlia, tradotto dall'inglese di lord Halifax (Verona 1744), e delle pur bellissime lettere del sig. Di Cerfool, col titolo di Gamologia, ossia Educazione delle zitelle destinate per il matrimonio, tradotte dal francese e pubblicate a Torino (1778). Qualche pubblicazione un po' equivoca in fatto di morale uscì anche nel secolo scorso in Italia, ma trovò pronta confutazione. Così, per esempio, nel 1786 apparve in Venezia, con falsa data di Colonia, un Ragionamento sul matrimonio di un filosofo mugellano, che si crede avere per autore il Cocchi, e in cui si rappresentano le infedeltà coniugali come accompagnamento naturale del matrimonio, e in generale gli incomodi di questo superiori ai vantaggi. Ma nel 1793 comparve in Lucca (Della Valle) la Risposta di un socio dell'Accademia botanica di Cortona al Ragionamento del matrimonio di un filosofo mugellano, in cui questo ragionamento è confutato capitolo per capitolo. Di ancor minore serietà morale è la Dissertazione sull'uso di percuotere l'amica, pubblicata con falsa data di Londra nel 1768, e tradotta dal francese. — Uno dei tratti che più tornano ad onore della letteratura femminile del secolo XVIII è la concordia di quasi tutti gli scrittori italiani nello apostolato dell’allattamento materno. Vedansi fra gli altri l'Impossibile, La damigella istruita, il Trattato della perfetta maritata, il libro Sulla educazione delle fanciulle citati sopra, e il Discorso sopra l'allattamento dei bambini, di Antonio Fantini (Napoli 1796). Nel 1767 fu pubblicato dal Ranza a Vercelli (Panialis) il poemetto di Luigi Tansillo: La Balia, che è tutto una esortazione alle madri ad allattare i loro figliuoli. Il Tansillo aveva scritto un secolo prima, ed anche il Sadoleto nello stesso secolo propugnava la medesima tesi nel De liberis recte instituendis (Lugduni 1535). Pur troppo i moralisti da Favorino in poi (V. Aul. Gell., Notti attiche) trovano necessario protestare contro l'immorale ripugnanza di molte madri ad allattare, e dopo Rousseau meno vanamente che prima. (Ma prima di Rousseau lo svizzero Federico Flaction pubblicava ad Halle nel 1739 una dissertazione De jure lactantium medico). Cionondimeno ancora non 1826 pubblicavasi a Firenze un bel libro, di ignoto autore, col titolo: Doveri delle madri d’allattare i propri figli. — Ed anche vuolsi notare essere frequente fra gli scrittori del secolo XVIII la polemica contro il serventismo, che era ancora piaga del tempo. Veggasi fra gli altri Pirani (op. cit.), e