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DELLE DONNE 221

distruggere l'effetto della prima sua opera con un'altra, che è tutta un elogio delle femminili virtù1.

Le argomentazioni dei succitati scrittori e scrittrici a favore del sesso femminile sono in sostanza quasi sempre le stesse. Comune è l'argomento dedotto dalla femminile bellezza, superiore a quella dell'uomo2. Non pochi altri hanno origine da pregiudizi fisici e filosofici del tempo, o da quel modo di ragionare comune fra gli scolastici, i quali più che di ogni altra cosa usavano ed abusavano di pretese cause finali e di associazioni di idee affatto arbitrarie, ed aprioristiche, di guisa che le sono argomentazioni non soltanto senza valore alcuno per la scienza odierna, ma talvolta eziandio ridicole e compassionevoli. Così per esempio suolsi addurre a sostegno della femminile nobiltà l'essere la donna stata creata per ultima, di guisa che tutte le anteriori creazioni sembrino essere state preordinate a quella3; — l'essere l'uomo materia della donna,

    gogna all'uomo, Milano 1558. Il titolo del libro è assai poco morale; il contenuto è soltanto leggiero, e risolvesi in una monografia intorno all'origine della espressione corna, per indicare la infedeltà delle mogli.

  1. I giureconsulti sono stati generalmente nei tempi andati poco galanti col sesso femminile, e ciò per servilità verso il diritto imperiale romano, nel quale, come è detto nei Digesti in multis juris nostri articulis deterior est conditio fœminorum quam masculorum. Già sopra a pag. 54, 55 ho fatto in proposito alcune citazioni di giureconsulti francesi, oltre a questi voglionsi ricordare coll'Astense (c. 81, v. sopra nota) Alberico, nel suo Dizionario del diritto, Gio. Montolone nel Promptuarium juris, voc. muliere, l'Afflitto nel commento alla costituzione mulieres, Gammaro, Guglielmo Rouille, Pietro Subert, Luca de Penna e Socino. Da uno di costoro che non nomina, l'Astense desume i seguenti capi di accusa, goffi e sconci, contro le donne: Sanctæ in ecclesia, angeli in accesso, dæmones in domo, bubones in fenestra, picæ in porta, capræ in horto, foctor in lecto. Accuse che l'Astense poi combatte come già notai (p. 217, nota 4). In Italia però i giureconsulti furono più rispettosi del sesso femminile, che in altri paesi; lo prova fra gli altri l’esempio dell'Astense e del Bruni. Bensì l'Astense (c. 81) cita la Somma teologica fiorentina in cui si annoverano tanti difetti della donna, quante lettere dell’alfabeto.
  2. Vedi la descrizione della femminile bellezza in Bronzino (giorn. 7, p. 75), e Domenichi (c. 9, 24). L. Marinella (p. 11), ne deduce la superiorità dell'animo femminile, essendo la fisica bellezza simbolo e riflesso di quella dell'animo.
  3. Ercole Filogenio, op. cit., p. 68. — Bronzino, op. cit. (giorn. 1a, p. 82, e giorn 2a, p. 29).