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210 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

ricondurre ad altra fonte. Così p. es. è tutta platonica la locuzione popolare della metà di un uomo, per dire la moglie sua, inconsapevole reminiscenza dell'androgine platonica1, e lo stesso dicasi della espressione amor platonico, adoperata per significare l'amore depurato da ogni sensualità, o l'amore celeste dei platonici. Ma prima e affinchè nella pubblica opinione penetrassero le dottrine platoniche, queste erano state per lunga pezza pascolo dei dotti e delle Accademie.

Fra i più notevoli prodotti della nuova letteratura platonica italiana intorno alla bellezza femminile e all’amore è da rammentarsi la celebre canzone Dell’amor celeste di Gerolamo Benivieni, fiorentino, e il non meno celebre commentario che ne fece Pico della Mirandola2. Il subbietto principale della canzone e del commento, è la distinzione fra l’amor celeste, l'amor umano o razionale, e l'amor bestiale, il primo dei quali, giusta la definizione del mirandolano3, è «desiderio intellettuale di ideale bellezza», il secondo e il terzo sono «appetiti di bellezza sensibile»4, ma l'uno procede da razionale giudizio, cioè «dal conoscere quella bellezza non solo non aver origine da quel corpo materiale, anzi perdere della perfezione e dignità sua, per essere con questo mischiata, le quali recupera, quando per virtù dell'anima da quella materia è separata»5, l'altro «procede da irrazionale giudizio, cioè da giudicare quella bellezza nascer da quel corpo ove ella è posta»6. Pochi sono gli uomini, i quali della bellezza sensibile sanno farsi scala onde salire al Supremo Fattore, ma quei

  1. Espose fra gli altri questo concetto il Bembo, dicendo alle donne:

    Però che voi non siete cosa integra,
    Nè noi, ma è ciascun del tutto il mezzo.

  2. Dell'amor celeste e divino, canzone di Gerolamo Benivineni fiorentino, col Commento del conte Gio. Pico Mirandolano, Lucca 1731.
  3. Ib., 47.
  4. Ib., 69.
  5. Ib., p. 78.
  6. Ib.