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DELLE DONNE 205

volta, e come più chiaro emergerà dagli studi storici da me consegnati in un posteriore capitolo, il concetto e il sentimento universale della perfetta eguaglianza di morale e civile dignità fra i due sessi, una delle tradizioni più antiche della civiltà italica. Della quale profonda e antichissima persuasione nazionale fu tra gli altri un effetto, l'essere stato facile in ogni tempo alle donne italiane il dedicarsi al culto delle scienze e delle lettere, e l’acquistarvi fama ed onore, che gli uomini furono sempre lontani dal contestare o dall’ignorare, ma gareggiarono invece sempre nel riconoscere e decantare1. Non vi ha nazione infatti, come ebbe già ad osservare la inglese lady Morgan, poco sospetta del resto di italomania2, che vanti uno stuolo cosi numeroso e così splendido di donne illustri in ogni ramo delle scienze e della letteratura, non interrotto dal secolo decimosecondo infìno a noi. Ed anche bisogna riflettere che il culto della donna, non solo dal lato della fisica bellezza, ma da quello eziandio dei più nobili suoi pregi intellettuali e morali, e della sua influenza civilizzatrice, fu sempre, come ho pure notato più sopra, uno dei principali uffici della italiana letteratura, e sorgente di bellissime ispirazioni di tutti i migliori poeti nostrali. Queste circostanze spiegano abbastanza il perchè, nel mentre oggi in Italia tanto si scrive e si discute intorno al miglioramento della condizione

  1. Basti ricordare i tributi di lode resi a Vittoria Colonna da tre sommi ingegni italiani: da Buonarroti (V. sopra p. 59), da Torquato Tasso (Della virtù femminile e donnesca) e da Lodovico Ariosto nei versi ben noti:

    Quest'una ha non pur sé fatta immortale
    Col dolce stile di che il miglior non odo,
    Ma può qualunque di cui parli o scriva
    Trar dal sepolcro e far che eterno viva.

    . Nello stesso secolo (1551), in onore di Giovanna d'Aragona, fu per decreto dell'Accademia dei Dubbiosi innalzato un Tempio dai migliori poeti del secolo, con poesie greche, latine, ebraiche, caldaiche, italiane, francesi, spagnuole e tedesche. Questo Tempio alla divina donna Giovanna d'Aragona venne pubblicato da Gerolamo Ruscelli, Venezia 1554 e Padova 1568
  2. Lady Morgan, L'Italie, vol. II, p 163.