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DELLE DONNE 143

mente femminili1, nella direzione di non pochi istituti di pubblica beneficenza, quali sarebbero gli ospizi dei trovatelli2, i monti di pietà3, gli ospedali4, ed anche di opifìci in cui siano di preferenza occupate le donne5. — Per ciò che riguarda la vita politica l'autrice non è di certo fra le più ardite riformatrici, che anzi di questo argomento ella si occupa lievemente e quasi di volo. Essa non créde che la cattiva prova fatta dalle donne nella vita politica durante il più burrascoso periodo della rivoluzione francese, sia buon argomento per dubitare della loro idoneità a quelle faccende6; non pretende però che alle donne sia dischiuso il Parlamento, ma si accontenterebbe che potessero votare nelle elezioni7.

Di pari passo con tali riforme nella istruzione e nella operosità femminile, dovrebbero pur camminare secondo la signora Daubié, alcune importanti modificazioni delle leggi che determinano i loro diritti privati.

Essa lamenta quasi ad ogni pagina del suo libro quella terribile disuguaglianza che il Codice civile francese e molte altre legislazioni odierne istituiscono fra la donna e l'uomo di fronte alla illegittima procreazione, essendo in arbitrio dell'uomo, così sovente seduttore di una donna inferiore a lui in condizione sociale, in forza morale, od anche in malizia, il riconoscere o no la propria prole, oppure l'addossare alla donna tutta la responsabilità e tutta la vergogna di un fallo in cui essa non ebbe maggior parte di lui. Le tristi conseguenze della impunità lasciata alla seduzione, gli infanticidi8, l'abbandono, il mal governo e la spaventosa mortalità dei neonati illegittimi9,

  1. Ib., 226.
  2. Ib., 227.
  3. Ib., p. 229.
  4. Ib., p. 230.
  5. Ib., p. 340.
  6. Ib., p. 245.
  7. Ib., p. 245-247.
  8. Ib., p. 281.
  9. Ib; — Nello stato attuale della legislazione circa la ricerca della paternità e la seduzione, l'autrice reputa imprudente e dannosa la chiusura dei così detti torni o ruote per la esposizione dei neonati illegittimi.