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si collegano, ma ad altre professioni ancora, nelle quali l'osservazione e il colpo d'occhio sono di precipuo sussidio, come per es. alla medicina, specialmente donnesca e infantile1.

La signora Daubié ha scritto un grosso volume intitolato: La donna povera nel secolo decimonono2, giustamente premiato dall'Accademia di Lione. Le svariate proposte dell'autrice, sempre moderate e ragionevoli, sono il frutto di attente e lunghe meditazioni, che assegnano al libro suddetto uno dei posti più onorevoli nella moderna letteratura del diritto femminile. Eccone brevemente i sommi capi.

L'autrice è profondamente colpita dalla corruttela che domina nella società odierna, e di cui le donne sono in pari tempo lo strumento principale e le vittime, così nelle basse come nelle alte sfere. La seduzione in vastissima scala delle figlie del popolo, la prostituzione palese e clandestina, il demi-monde diventato in qualche grande capitale un nuovo e influentissimo ceto femminile, il cui esempio contagioso non è senza frutti anche nelle classi migliori3, la stolta e criminosa crociata dei romanzieri e dei drammaturghi contro il matrimonio4, i sempre crescenti scandali della vita coniugale5, tali sono i grandi mali dei tempi nostri, di cui ella è impensierita, ed a cui ella a buon diritto invoca pronti ed efficaci rimedi onde arrestare la decadenza della società presente, e specialmente della società francese, così nel morale, come nell'intellettuale, ed anche nel fisico. Anch’essa è profon-

  1. È curioso fra gli altri questo passo dell'autrice: je viens donc dire à MM. les docteurs: si vous laissiez revenir les remèdes de bonne femme, qui sont les proverbes de l'instinct médical, et par conséquent la sagesse de la médecìne, peutetre reverrions noas des géants à la place de tous ces petits hommes, que le gonvernement ne peut enròler que dans les voltijeurs... (p. 180).
  2. Daubié (Mlle J. V.), La femme pauvre aux dixneuviène siècle, Paris 1866.
  3. Ib., p. 24.
  4. Ib., p. 14.
  5. Ib., p. 374.