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136 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

nando il marito»1. Dai quali scrittori egli non separa il Dumas figlio, questo predicatore di morale dopo il 1870, il quale, fra le altre cose, è riuscito a far piangere di tenerezza migliaia ed anzi milioni di donne in Francia e fuori, collo spettacolo di una disgraziata, che vien maltrattata e abbandonata dal solo uomo per cui aveva sentito un amor vero, dopo non si sa quanti altri, cui s’era data per danaro! E pur troppo, nota l'Assollant, da Giorgio Sand e dal Balzac venendo ai più recenti scrittori della Madame Bovary, di Salambò, della Education sentimentale, la immoralità dei romanzieri francesi è andata diventando sempre meno equivoca, e più profonda, con sommo danno della Francia non solo, ma di quasi tutta l'Europa continentale, ed io soggiungo, pur troppo anche della nostra Italia2.

Come ho detto sopra, l'Assollant non trascura di additare e censurare talune leggi odierne, le quali, tenendo bassa la donna nella stima di se medesima e della società, o altrimenti, cooperano alla decadenza dei costumi. Tali sono la coscrizione militare che condanna al celibato la miglior parte della popolazione maschile nei migliori anni della vita3, la indissolubilità del matrimonio, cioè la separazione invece del divorzio4, il divieto della

  1. Ib., p. 112.
  2. È singolare come i Francesi, anche quando confessano i propri torti, vanno a cercare dei pretesti onde almeno dar una parte della colpa ad altri. L'Assollant vuol far risalire la poca moralità dell'odierna letteratura francese agli esempi degli Italiani venuti in Francia con Caterina De Medici e specialmente a Bandello. Pur troppo non è dell'Assollant soltanto questa opinione; anche il generale Trochu, durante l'ultimo assedio di Parigi, chiamava in colpa della decadenza e delle sventure della Francia la corruption italienne, come se Parigi fosse per opera nostra una di vizii atra sentina, e non fossimo noi Italiani continuamente appestati dai drammi e dai romanzi francesi, e vi fosse nulla di comune fra Boccaccio, Bandello, Casti, i quali in fin dei conti non intendevano di rappresentare la virtù coi loro licenziosi scritti, e quei moltissimi francesi dei nostri giorni, cui missione sembra esser quella di abbellire il vizio, e di confonderò il criterio morale del popolo in fatto di amore e di fedeltà coniugale!
  3. Ib., p. 60-71.
  4. Ib., p. 202-248.