Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/141


DELLE DONNE 135

sima, sia che egli faccia il quadro delle difficoltà in cui versa la vedova povera che ha figli, ma non ha nessuna specie di abilità onde guadagnare onestamente, benché si trovi in tutto il fiore degli anni e in tutto il vigore del corpo e della mente, o sia che egli notomizzi il penoso e pericoloso celibato delle istitutrici delle ricche famiglie, o dimostri la ingiusta sproporzione del castigo che la società e l'opinione infliggono alla madre illegittima, colla impunità dei seduttori, e colla nessuna difesa del sesso debole contro il forte. Ma delineando queste miserie e queste ingiustizie, l'autore non intende che la responsabilità debba ricadérne principalmente sulle leggi e sulle istituzioni, anziché sui costumi e sulla educazione morale dei tempi nostri, né quindi egli opina che il rimedio ai mali morali di cui soffrono il sesso femminile e la società debba tutto e solamente consistere in un ampliamento dei diritti delle donne. Egli è piuttosto d'avviso che quei mali diverrebbero assai minori, se oltre a maggior giustizia e accorgimento nei legislatori, dominasse nella società maggior favore per una più ampia istruzione delle donne, la quale aumentasse in loro la potenza del bene, ed anche vi dominasse minore indulgenza in fatto di abusi della maschile prevalenza e della femminile condiscendenza. Coerentemente a tale opinione l'Assollant non manca di far ricadere la debita parte di responsabilità dell'odierno disordine morale sulla letteratura romantica e teatrale francese, che sembra non aver altra missione all'infuori di quella di screditare il matrimonio e la virtù femminile, decorando, e quasi assolvendo l'adulterio e l'amor libero, come perdonabili trascorsi. Giorgio Sand e Balzac sono da lui giustamente ricordati come pervertitori del senso morale con quelle loro pitture di e ammirabili donne, di perfetta beltà, di bontà squisita, di raro ingegno, di mirabile coraggio, le quali vanno sempre a finire nelle braccia di pazzi o di scellerati, abbando-