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134 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
attinenti al governo della società, a prendere a cuore al pari di loro i grandi interessi della libertà, della uguaglianza e del progresso.
Appartiene pure alla categoria di scrittori, di cui io vado ora parlando, l'Assollant, nella sua operetta intitolata il Diritto delle donne1.
Anch'egli è predominato dal pensiero della corruzione morale della società in mezzo a cui vive, cioè della società parigina. Come però siffatta corruzione ha per suo principale subbietto passivo e attivo il sesso femminile, così egli è profondamente penetrato della opinione che la quistione femminile sia anzitutto e sostanzialmente quistione di ricondurre le donne al comprendimento e al culto delle virtù domestiche e dei pregi della mente e dell’animo. Non valgono, egli esclama, le leggi senza i costumi2 e senza i buoni costumi non vi può essere né famiglia, né religione, né patria, né libertà3. Ora i costumi dipendono dalle donne assai più che dagli uomini; bisogna quindi dimostrare alle donne che il loro dovere e il loro interesse concorrono a rendere necessaria la riforma dei costumi, e che una donna virtuosa è sempre rispettata dal marito, e onnipotente nella casa4. Insegnino pure i nostri libri e i nostri discorsi il rispetto della donna, ma non quello insulso e ridicolo della galanteria, bensì quello che si conviene alla madre, alla moglie, alla custoditrice del focolare domestico5. — Si diffonde lungamente l'autore a tratteggiare le infelici posizioni sociali in cui trovansi frequentemente le donne ai giorni nostri, specialmente in Francia, e vi adopera un’analisi finis-