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DELLE DONNE 121

consiste il gran merito dell'opera del Gasparin. In sostanza il libro del Franklin-Berger è più che altro un pamphlet in risposta ai progetti degli emancipatori, e infatti la maggior parte del libro è consacrato a descrivere la donna impossibile, cioè la donna trasformata secondo quei progetti1. Egli si adopera a dimostrare che la donna non può rivaleggiare coll'uomo nelle arti meccaniche, nella pittura, nella scoltura, nella musica, nella letteratura, negli studi classici, nella medicina, nel diritto, nella politica, nella diplomazia. Non è questo il luogo in cui io possa apprezzare le opinioni dell'autore intorno a ciascuno di quei subbietti; ma non posso tacere sin d'ora che in qualche punto la parzialità delle sue opinioni è troppo evidente; p. es. là dove2 egli afferma che le donne amano il comando politico ed anche il regno per mera vanità, e che le donne regine non prendono troppo sul serio la cosa pubblica, prediligono sopra ogni cosa il dolce far niente. Ed anche debbo dire che l'autore non determina abbastanza, e quindi non riesce a comprovare i principii generali da cui si diparte intorno alle varie attitudini intellettuali e morali dei due sessi. Egli pure afferma ciò che fu le mille volte detto, che cioè la donna è eguale all'uomo, ad onta delle differenze che fra l'uno e l'altra intercedono: che nell'uomo è maggiore il coraggio, la fermezza, l'energia, più vasto il concepire, più potente l'induzione, nelle donne invece più ricco e più delicato il sentimento, più socievole il carattere, ma queste cose afferma soltanto, senza precisarle né comprovarle, di guisa che sembrano uscire dalla sua penna a guisa di luoghi comuni3. E non meno superficiale, anzi manchevole affatto è nell'operetta in discorso la parte relativa agli studi delle donne, che

  1. Ib., p. 19.
  2. Pag. 71 e n.
  3. V. la Prefazione, e nel corpo dell'opera, p. 70, 73.