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120 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
A molta distanza dall'opera del conte Gasparin, pur non indegna di essere annoverata nella stessa categoria di pubblicazioni, non tanto pel valore del contenuto quanto per la bontà delle intenzioni, è l'operetta dell'avvocato Franklin-Berger, intitolata: Della donna1.
Anche questo scrittore è fortemente compreso della decadenza morale presente, specialmente francese; la sua descrizione della donna nel 18642, è pur troppo una pittura fedele di costumi femminili, di origine parigina, che ora vanno facendo il giro di tutte le grandi capitali sulle due rive dell'Atlantico. Ed anch'egli ripone ogni speranza di un migliore avvenire assai più nell'educazione morale che
nelle riforme del diritto femminile. In fatto di riforme egli si limita a reclamare l'istituzione del divorzio3, intorno alla quale egli si diffonde del resto assai poco, né si dà troppa briga d'investigare se per avventura non vi sarebbe pericolo che se ne facesse abuso, con maggior danno morale della società. Né più accurato ed eloquente è l'autore nel tratteggiare gli ideali morali, senza di cui non si può concepire educazione, e molto meno riforma morale, sia della società tutta intiera, sia del sesso femminile in particolare. Egli proclama in termini generali4 che «il maggior titolo di rispetto e di riconoscenza che la donna possa avere di fronte all'uomo, è di essere in pari tempo la madre e l'istitutrice dell’uomo». Il che è quanto dire che la destinazione naturale della donna non possa essere altro che la famiglia. Ma onde indurre siffatta persuasione in un tempo nel quale pur troppo dominano nella teoria e nella pratica contrarie tendenze, egli non seppe o non volle spendere troppi argomenti né razionali, né sentimentali, nei quali invece