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DELLE DONNE | 105 |
storia morale delle donne. L'amor materno è il più sublime di cui l'uomo sia capace; l'amor della figlia verso i genitori è più costante e più generoso di quello dei figli; la tenerezza coniugale ha le sue eroine, non i suoi eroi, la sorella è capace di un più tenero amore pel fratello, che questi per quella; la carità verso i poveri è una delle più belle prerogative dell’animo femminile1.
Da tali premesse il Légouvé desume l'illazione generale che da nessun lato e sotto nessun rispetto le donne sono esseri inferiori agli uomini, anziché differenti da loro; che in ragione della loro superiorità negli affetti e nei sentimenti esse sono bensì da natura principalmente destinate alla famiglia, ma non per esercitarvi una missione secondaria, né per esservi schiave dell'uomo, ma bensì per dividere con questo una egual dignità, per dispiegarvi a prò dei figli e della società tutte le qualità e prerogative loro intellettuali e morali. Nessuno è più del Légouvé propugnatore eloquente della partecipazione diretta e tutta propria della madre alla generazione fisica e alla formazione morale della prole2. E mentre egli non è meno riciso e risentito del Proudhon nello escludere ogni legame fra i due sessi all'infuori del matrimonio3, censura non meno vivamente coloro i quali o non credono necessaria una riforma della istruzione femminile in vista di una miglior preparazione al matrimonio e alla vita di famiglia4, oppure stimano doversi precludere alle donne l'adito a tutte quelle professioni cui si possano dedicare con onore e profitto, sia nello stato matrimoniale, sia all0infuori di questo.
Egli distingue le professioni sociali dalle professioni politiche.