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100 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

di stima verso il sesso femminile, e di fiducia nel suo avvenire, il Pompéry deduce la conseguenza che la donna è un mezzo termine fra l'uomo e il fanciullo1, che l'azione della donna ha l'uomo per obbietto, mentre quella dell'uomo si dispiega nel mondo e nella società2. Ufficio precipuo della donna è piacere all'uomo, e suscitare in questo i più nobili sentimenti, le più elevate aspirazioni3; tutte le arti oneste conducenti a tal fine convengono alla donna, ed anche la passione del lusso non le disdice4. E quando essa è riuscita a diventar madre, allora soltanto essa trovasi all'apice della sua virtù, della sua morale bellezza e sociale importanza5. E qui voglio rammentare due osservazioni profonde e verissime. La madre, egli dice, compensa la donna; quella intensità, quella tenerezza di affetto che non dimostra all’uomo in dose eguale a quella che questo ha per lei, la donna restituisce ad usura alla società sotto forma di affetto materno6. Dalla maternità, egli dice altresì, da quell'ampio e armonico svolgimento delle qualità femminili onde essa è occasione, proviene quella superiorità di carattere che sogliono manifestare le madri di famiglia in tutte le contingenze della vita, e che specialmente nelle classi inferiori pone gli uomini molto al di sotto di loro7. Se non che a questo punto parmi sentire il mio lettore domandare quali diritti l'autore vorrebbe conferiti alle madri di famiglia onde assicurare la benefica loro influenza non solo nella cerchia domestica, ma eziandio al di fuori di questa, sulla società e sul governo della cosa pubblica.

Questa domanda il Pompéry non se l’è fatta, ed anzi il suo libro è affatto deficiente dal lato dei diritti privati e pubblici del sesso femminile. Pare che egli ammetta la possibilità di uffici sociali delle donne, differenti dall'ufficio famigliale, per-

  1. Ib., p. 339.
  2. Ib., p. 349.
  3. Ib., p. 85.
  4. Ib., p. 341.
  5. Ib.
  6. Ib., p. 280.
  7. Ib., p. 174.