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98 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

negli odierni costumi, egli soggiunge, che la ristrettezza della cerchia dentro alla quale la donna può svolgere la propria attività, onde accade che ove ella non si condanni o non riesca a comprimere l'interiore energia, si butti necessariamente in braccio «alla prima passione che incontra»1.

Ma la femminile attività, prosegue l'autore, si deve sviluppare secondo la propria natura della donna; «questa natura non deve essere sconosciuta né guastata, e i miglioramenti avvenire delle leggi intorno alla condizione sociale delle donne non avranno altro scopo uè altro merito che di interpretarla meglio, e aiutarla a più completamente manifestarsi»2. Quale è ora, secondo il signor di Pompéry, la natura femminile, quali ne sono i caratteri distintivi, e quali illazioni egli ne trae rispetto alla sociale missione delle donne?

L'uomo, egli dice, ha la testa alta e la fronte larga, la donna ha la fronte piccola e la testa lunga3, ond'egli conchiude che l'intelligenza femminile è inferiore alla maschile. La donna, egli dice, non è in grado di mettere ordine e coerenza fra i suoi atti4, non sa emanciparsi dal fatto per salire ai principii, risalire dagli effetti alle cause, ed è quindi incapace di generalizzare5. L'uomo ragiona, la donna percepisce; quello generalizza, deduce e conchiude, questa vede ed afferra, e penetra i dettagli con una specie di intuizione6. Conseguentemente la donna non potrà raggiungere che eccezionalmente le alte cime della scienza, e creare nell’arte opere

  1. L'autore riporta qui la seguente osservazione di Stendhal (Beyle) «vi hanno in Francia cinquantamila donne che la loro fortuna dispensa da ogni lavoro, ma senza lavoro non vi ha felicita, e le passioni traggono seco anch'esso lavoro e fatica, in cui si assorbe tutta l'attività dello spirito».
  2. Ib., p. 203.
  3. Ib., p. 16.
  4. Ib., p. 20.
  5. Ib., p. 21.
  6. Ib., p. 91.