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d’una manifattura, come non lo sarà ancor più in un genere di lavoro che sorpassa in difficoltà tutte le altre composizioni letterarie? Qual probabilità che la scienza della legislazione sia posseduta dai deputati d’un’assemblea? Non è forse molto probabile al contrario, che le silenziose occupazioni, i difficili studj che fanno un profondo giureconsulto, abbian poco rapporto con quell’attività e con le relazioni sociali che aprono agl’individui la carriera politica? I deputati, dovendo ad uno ad uno giudicare i provvedimenti e le questioni legislative, non s’occupati molto di studiarne l’insieme; anzi, qualunque fosse il loro merito per giudicar d’una legge, sarebbero molto raramente in stato di prepararla e di combinarla con l’intiero sistema della legislazione. Il libero concorso è dunque infinitamente preferibile ad una scelta limitata ad un corpo qualunque ad un’assemblea, sebben si componesse del fior della nazione. Quegli che non ne fa parte, è forse il solo capace di questo difficil lavoro, e la sua superiorità è probabilmente l’effetto di quella vita solitaria e studiosa che lo rende estraneo alle brillanti società.

Si dirà forse che l’invito del governo rimarrà senza effetto, che nell’incertezza del successo niuno vorrà esporsi al concorso.

Ma con tale obiezione si dimentica che il desiderio di farsi conoscere è un incitamento fortissimo, che gloriosa è questa carriera aperta ad oscuri talenti, e che vi sono anime grandi insensibili ai piccoli successi, ma che si entusiastano al pensiero del pubblico bene e d’una gloria nazionale.