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consulto dello stesso nome (Eduardo Coke) come regicida ebbe un miserando fine sotto Carlo II. Fermo ed impavido fino all’ultima ora del viver suo, nel luogo stesso destinato alla sua morte dichiarò che aveva diretti tutti i suoi sforzi verso la riforma delle leggi, onde la giustizia pubblica fosse amministrata con la maggior celerità ed economia possibile; ma che in puro odio idei suoi progetti di riforma era stato dai giuristi straordinariamente perseguitato.

Cromvello sarebbe forse oggi più felice? Nol credo. V’è forse un certo progresso nell’opinione delle classi inferiori, una valutazione più giusta degl’interessi seduttori che si oppongono ai miglioramenti delle leggi; l’esempio della Francia e del suo codice civile può indebolire le obiezioni tratte dall’impossibile: ma quando si considera che tutti gli abusi legali hanno da dugent’anni gettate le più profonde radici, che da ogni lato hanno estese le loro diramazioni, che il numero dei giuristi è considerabilmente aumentato, e che coloro che occupano i seggi curuli non hanno mostrate che disposizioni ostili ai più semplici progetti di riforma, è da presumersi che se si proponesse di convertir la legge comune in codice scritto, questa proposizione sarebbe respinta dalla curia e dai giudici con un affettato disprezzo o con un finto terrore per la conservazione delle proprietà.

Ma supponiamo che in vece d’un progetto generale di compilazione di leggi, non si trattasse che d’una parzial correzione la quale tendesse ad abolire alcune branche della legge comune, ed a semplicizzar la procedura civile; ed esaminiamo qual partito prenderebbe un giurista


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