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il loro vantaggio si fa maggiore, quanto più la legge si fa oscura ed incerta; poichè il numero dei consumatori, cioè di quelli che hanno bisogno del lor ministero, aumenta, quanto più sicuro è il monopolio della merce che spacciano.
Non è egli del lor manifesto interesse che in tutte le occasioni in cui trattasi d’applicazione di legge, gl’individui incapaci di dirigere i loro affari o di prevedere le decisioni dei giudici, sieno forzati di consultare un curiale, come nei tempi d’ignoranza si interrogava un indovino?
Non è del loro manifesto interesse che se qualche temerario volesse sottrarsi a questa soggezione, i falli e gli errori suoi gli provino il suo inganno, e che il suo esempio insegni agli altri litiganti?
Fra le diverse branche di legislazione bisogna notare alcune differenze in tal rapporto; i giuristi non hanno lo stesso interesse d’opporsi al perfezionamento d’ognuna. Potrebbero anzi non elevare alcun ostacolo alla creazione d’un buon sistema penale; poichè non hanno meno interesse degli altri cittadini a prevenire quei delitti maggiori, quelli atti di depredazione brutale o di violenza che compromettono l’individuale e la pubblica sicurezza. I ricchi vi si trovano esposti come i poveri, qualche volta anzi più d’essi. Tuttavia la maggior parte di coloro che questi delitti colpiscono, non può largamente pagar l’ufficio dei curiali, e i delinquenti sono ordinariamente poveri. V’ha dunque meno vantaggi da raccogliere in questa che nelle altre branche, e conseguentemente meno interessi privati opposti al pubblico interesse. Quindi i giuristi, riguardan-