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lore, io voglio, gli han fatto continuamente dire, mi sembra. L’imperatore oblia la sua dignità a segno d’usar questa frase: «Così ha pensato Tazio o Sempronio.» «E l’oblia ancor più quando scende fino a restar sospeso fra due opposte autorità: «così ha pensato Tazio, ma Sempronio ha opinato in contrario.»
Le dissertazioni storiche non devono aver luogo nella raccolta generale delle leggi. Non bisogna citare ciò che hanno fatto i Romani. Se essi han fatto bene, si imitino, ma non se ne parli.
La grande utilità d’un codice si è di far obliare e le questioni dei giureconsulti e le cattive leggi dei tempi andati.
dello stile delle leggi.
Nello stile delle leggi convien distinguere le perfezioni essenziali e le perfezioni secondarie.
Le prime consistono nell’evitare i difetti che lo corrompono.
Le seconde nell’ornarlo delle bellezze che gli convengono.
Il fine delle leggi è di dirigere la condotta del cittadino. Due cose sono necessarie per giungere allo scopo:
1.° che la legge sia chiara, cioè che produca un’idea esatta della volontà del legislatore: 2.° che la legge sia concisa, onde rimanga facilmente impressa nella memoria. Chiarezza, brevità, ecco dunque le due qualità essenziali.
Ciò che contribuisce alla brevità, contribuisce alla chiarezza.
- Quidquid praecipies esto brevis, ut cito dicta
- Percipiant animi dociles, teneantque fideles.