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atto quinto 83

vo’ piú tosto esser detto severo destruttor di figliuoli che padre che abbi consentito alle sue sceleraggini.

Protodidascalo. (Qui va la commiserazione). Quando l’ira obtemperará alla ragione, poenitebit te del commesso facinore, ché non conviene ad un padre tanta truculenzia, ché per ogni fallo sufficit che al figlio se gl’imponga picciola pena. Ché se voi non condonate al vostro figlio, a chi condonarete voi? E dovete tanto piú volentier farlo quanto che, irretito da questo suo novizio amore, è cespitato e pentito del temerario incepto. E se... .

Filastorgo. Dimmi un poco.

Protodidascalo. Non interrompete la veemenzia dell’orare. — ... E se non fusse per suo merito, fatelo per amor di sua madre, la qual moritura rememoratevi con quanti gemiti vi rogò, genuflexa e provoluta ne’ vostri piedi, che l’amor sviscerato che portavate a lei si fusse coacervato con l’amor che comunemente portavate a questo unigenito.

Filastorgo. Menami dove è, che vo’ vederlo.

Protodidascalo. (La commiserazione è riuscita bene supra existimationem: bisogna exagerarla). V’è intercetto poter vederlo, perché sta chiuso in un carcere orcico.

Filastorgo. Che «carcere orcico»?

Protodidascalo. In poter della giustizia che sopra questo fatto ci viene pede plumbeo; e credo...

Filastorgo. Che cosa?

Protodidascalo. ...che sará...

Filastorgo. Appresso.

Protodidascalo. ... per esser il caso grave et exemplare; ...

Filastorgo. Parla presto!

Protodidascalo. ...perché dicono i legislatori che la giustizia deve inrigorirsi ne’ casi exemplari. Et Iustinianus in titulo De usurpata iurisdictione, nella legge Malum exemplum, nel titulo De suppositione, paragrafo Si supponatur, dove la glossa enucleando quel passo dice: ...

Filastorgo. Che será di questo mio figlio?

Protodidascalo. Lasciatemi dir due parole.