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ATTO V.

SCENA I.

Lalio, Sennia.

Lalio. O tristo me, perché mi battete?

Sennia. Per farti proprio tristo come dici.

Lalio. O Dio, che volete che dica?

Sennia. Non t’ho lasciato con Eugenio e Olimpia nella camera?

Lalio. Sí, ma poi me ne uscii fuora.

Sennia. Perché ne uscisti?

Lalio. Perché viddi... .

Sennia. Che vedesti?

Lalio. Nulla.

Sennia. Prima dici che vedesti e poi dici nulla. Non posso cavarti di bocca una parola di questo fatto. Perché mi parli cosí mozzo? parla col tuo malanno!

Lalio. O Dio, che se lo dico, Olimpia ha giurato di volermi ammazzare.

Sennia. E se non lo dici, ti ammazzarò or ora. Quello d’Olimpia ha da venire, ma il mio sará adesso, al presente.

Lalio. Io non lo dico, avertete. Quando voi mi diceste che stessi in camera, io me ne uscii per vergogna.

Sennia. Di che cosa?

Lalio. Di quel che viddi.

Sennia. Dimmi, che vedesti? Oh quanto mi fa penar questo ghiottarello! presto, che ti possi fiaccare il collo!

Lalio. Avertete ch’io non dico che il fratello e la sorella stavano abbracciati insieme; né mai Olimpia diceva: — Fratel