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328 lo astrologo


Pandolfo. Fermati! dove vai? non è quella la strada per ire all’astrologo.

Vignarolo. Io strabilisco, non so dove mi vada.

Pandolfo. Eccolo. Monsignore, noi siamo tutti in pronto.

SCENA III.

Albumazzar, Pandolfo, Vignarolo, Gramigna.

Albumazzar. Ed arrivati in buon punto di astrologia: ché se il Sole vi fosse padre, madre Venere, la Luna sorella, Saturno vostro avo, Marte zio, Giove fratello e Mercurio vostro consobrino, non si sarebbono collocati in luoghi piú eletti del cielo di favorirvi e spargere sopra voi i loro felici influssi, che nell’ascendere, che nel mezzo del cielo, tutti in angoli, in congiongimenti e felicissimi aspetti di trini e di sestili; e in fortuna, sepolti in luoghi deboli e radenti.

Pandolfo. Sappiamo bene il valore vostro: che sforzate i cieli a fare a vostro modo. Ecco colui che vuole transformarsi.

Albumazzar. Di buona indole.

Vignarolo. Padron mio, nulla mi duole.

Albumazzar. Di questo date grazia al Fattore del cielo, delle stelle, influssi planetari celestiali, che t’ha fatto uomo, che per forza del suo intelletto va penetrando i suoi secreti naturali.

Pandolfo. Vi prego che quanto prima si può si dia principio all’opra.

Albumazzar. Primieramente bisogna trovar una camera terrena che sia rivolta al levante, che è la piú benigna parte del cielo; che non abbia fenestre al ponente; ...

Gramigna. (Quel «levante» è il miglior luogo, ché da quel levante levaremo le robbe della casa; quel «ponente» è suo contrario, ché non ci porrá altro del suo che parole).

Albumazzar. ... e che sia in tutto conversa al settentrione: che, secondo la opinione di Zoroastro, figlio di Oromasio persiano, Iarca bracmane, Tespione gimnosofista, Abbari iperboreo, Ermete Trismegisto, Budda babilonico, e tutt’i caldei e