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atto primo 315


Pandolfo. Bascio le mani della Vostra Strologheria, padron mio caro.

Albumazar. Bene vivere est laetari! siate venuti in buon’ora, in miglior minuto, in bonissimo secondo, in felicissimo terzo, quarto e quinto, in nomine planetarum, stellarum, signorum et omnium caeli caelorum!

Pandolfo. La stupendissima fama del valor vostro ci chiama: noi siamo venuti per ricevere da voi un favore, e vi prego da quel grande uomo che sète a non mancarmi, e ve ne avrò singolare obligo.

Albumazar. Eccomi pronto alla caritá.

Cricca. Purché non sia pelosa!

Albumazar. Voi desiderate saper d’un certo Guglielmo si sia vivo o morto, il quale vi avea promesso Artemisia sua figlia per sposa, e voi a lui Sulpizia per contracambio, e se ne andò poi in Barberia.

Pandolfo. Me l’avete tolto dalla punta della lingua. Ma che motivi or vedo?

Albumazar. Giá sormontava negli assi e poli de’ cardini celesti e vaneggiava tra gli eccentrici, concentrici ed epicicli: cercava alcuni punti felici per voi, ...

Cricca. Anzi per voi, e siano di spiedi e pontiroli!

Albumazar. ... e se il sole era entrato nel segno del Cancro: ...

Cricca. Il canchero e il fistolo che ti mangi!

Pandolfo. Tu prendi il granchio, Cricca! dice «Cancro» e non «canchero».

Cricca. Il granchio lo prendete voi e il canchero!

Albumazar. ... egli è morto, mortissimo, perché il raggio direttorio è gionto alla casa sesta, ...

Cricca. Dice che vi bisogna far un rottorio dietro la testa, perché purghi li mali umori.

Albumazar. ...e negli luoghi della morte è gionto il suo afelio, ...

Cricca. Poveretto! dice che è morto e fete!

Albumazar. ... e passa dal tropico estivale all’iemale. ...