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atto primo 311


Pandolfo. ... e chiamasi Albumazzaro metereoscopico. ...

Cricca. Il nome solo bastarebbe a farlo essere appicato senza processo!

Pandolfo. ...Come è solo nella scienza, è cosí solo nel nome. Prima, mi vo’ far indovinar se Guglielmo sia morto o vivo. Se è morto, che lo faccia risuscitare per un giorno, finché conchiuda il mio matrimonio, e poi farlo tornare a morire; ...

Cricca. E voi credete a queste bugie?

Pandolfo. Le credo, arcicredo, stracredo.

Cricca. Non sapete che la negromanzia è refrigerio di quelli miseri che si trovano in qualche strabocchevole desiderio?

Pandolfo. Overo che trasformasse qualche persona in Guglielmo, ...

Cricca. Che non trasformi voi in una bestia!

Pandolfo. ... e che quel facesse le mie nozze. Ma di quanto ti ho detto, non bisogna che lo publichi e bandischi, ché mi rovinaresti i disegni, e giocarebbeno poi fra noi de’ sgrognoni senza discrezione e di bastonate straordinarie: e giá te le puoi por nel libro delle ricevute.

Cricca. Vi prometto operarmi in tutto quel poco che posso.

Pandolfo. Ed un poco manco ancora, purché non vogli tradirmi. Or andiam a casa sua.

Cricca. L’ora è tarda: sará meglio andarci domani.

Pandolfo. Il «domani», il «farò» e l’«andarò» sono figli del niente: bisogna andare ora.

Cricca. Or riposano i vecchi.

Pandolfo. L’innamorato non ha riposo mai.

Cricca. Informatevi prima chi sia, ché forse sará qualche truffatore.

Pandolfo. Guarda nol dire, ché intende quanto si dice di lui e ci fará andare in visibilium.

Cricca. Chi?

Pandolfo. L’astrologo.

Cricca. E che, gli astrologhi sono Orlandi?

Gramigna. (Arpione, va’ a casa e riferisci ad Albumazzaro quanto hai inteso, ché io restarò alla porta).