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atto primo 309


Cricca. Se ben dovrei pregarvi che non vi fidiate di me, pur per il desiderio che ho di servirvi vi prego che ve ne fidiate.

Pandolfo. Sappi, il mio caro Cricca, che fra i mancamenti della mia vecchiaia il maggior è l’amore... .

Cricca. Che umor di malinconia o di pazzia!

Pandolfo. Non mi interrompere: so che vuoi dire che son vecchio di settant’anni.

Cricca. Questo volevo dirvi.

Pandolfo. Se son vecchio son tagliato a buona luna, e il legno tagliato a buona luna dura gran tempo gagliardo e non fa tarli: «Il vino vecchio è miglior del nuovo», «Gallina vecchia fa buon brodo», «Lardo vecchio bona minestra».

Cricca. Il fatto sta che voi non sète né lardo né legno né vino né gallina.

Pandolfo. Non sai tu quel proverbio: «Trista quella casa dove non è un vecchio»?

Cricca. Sí, per consiglio, ma non per marito. Vi guastarete lo stomaco.

Pandolfo. Son di buona complessione.

Cricca. Bisogna essere di buono cervello; se non, farete la morte del grillo che muore sul buco.

Pandolfo. La borsa fará parere il vecchio giovane alla donna: le darò danari al doppio.

Cricca. È vero che non la pagherete se non di doppioni.

Pandolfo. Il malanno che ti venga! io vorrei che tu mi alleggerissi e non mi aggravassi i miei guai. Per che ti dissi al principio che tu hai sempre avuto dell’asino.

Cricca. Se ho avuto dell’asino in consigliarvi, da or inanzi avrò del savio nel tacere. A’ padroni bisogna dire che i suoi vizi e mancamenti sieno virtú, se vuoi sperare utile; ché facendo il contrario, è molto pericoloso. Vorrei che vi valeste di quei consigli con li quali consigliate gli amici vostri.

Pandolfo. «Sempre fu grand’abondanza di consiglieri e carestia d’aiuti». Vorrei piú tosto che mi escusasti che reprendesti: vo’ aiuto e non consiglio. Se vuoi consigliarmi, ammazzami e