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atto primo | 19 |
Mastica. Io non conosco se non i popoli panettari, piscatori, tavernari e salcicciari che mi donano da mangiare: con questi prattico e fo le mie scaramucce. Ma che seguí della guerra?
Trasilogo. ... Combattendo seco, quantunque l’avessi dato diecimilla stoccate non la poteva uccider mai, perché era fatata come Orlando. Al fin per torlami dinanzi, le attacco una pietra al collo e la sommergo nell’Arcipelago. ...
Mastica. Crudel battaglia fu questa!
Trasilogo. ... Ascolta quest’altra ch’ebbi con gli uomini marini. ...
Mastica. Che uomini marini?
Trasilogo. Questi sono mezzi uomini e mezzi pesci; e cosí scorrono per lo mare come gli uccelli per l’aria, e son coverti di piume molli che dando loro con la spada cedono al taglio, che non fa ferita. Né si può loro appressar con navi, perché portan fuoco e le bruggian tutte. ...
Mastica. Voi come l’uccideste?
Trasilogo. ... Prima tesi una rete tessuta di gomene di navi tra certi scogli, poi feci carri di soveri e vi posi delfini a briglia; e dando loro la caccia gli feci cadere nell’imboscata, poi tenendogli sospesi dall’acqua gli lasciai morir di fame come cani. ...
Mastica. Oh che morte crudele! or non v’era altra sorte di farli morire che di fame? Ma dimmi, non ci fu alcun testimonio che lo vidde?
Trasilogo. ... I miei compagni tutti moriro all’impresa e di loro non rimase niuno vivo. Ma io te ne racconterò delle piú brave. ...
Mastica. Bastan queste: non piú, di grazia.
Trasilogo. Ascolta, che poi anderemo a pranso.
Mastica. Vo’ piuttosto star senza pranso che ascoltar queste bugie.
Trasilogo. Io non so dir mensogne, né son di questi squassapennacchi che con le loro frappe accrescono le cose loro piú di quello che sono. In fatti son piú fiero che non mostro con le parole. Va’ e racconta queste cose ad Olimpia, che ti donarò una alfangia spagnola vecchia. ...