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16 | l’olimpia |
SCENA IV.
Trasilogo capitano, Squadra suo servo, Mastica.
Trasilogo. Olá, o di casa! Pestamuso, Franginaso, Pelabarba, Rompicollo, Spezzacatene, Cacciadiavoli! O che dormono intorno al foco o stanno distesi in stalla a grattarsi la pancia. Non posso vedermi intorno questa razza di poltroni infingardi.
Squadra. Che comandate, signor capitano?
Trasilogo. Ordina a Pestamuso e a Franginaso che spazzino le camere e la sala, attacchino gli arazzi a’ muri e mettano in ordine il palazzo; ...
Squadra. Si fará.
Trasilogo. ... Fracasso e Spezzacatene racconcino l’armaria, poliscano l’armatura e forbiscano ben bene la mia «passacuori», che sia piú splendente che il sole in leone, che calando di sopra il colpo, il lucido paia il lampo e la caduta il tuono;...
Squadra. (Penso che la ruggine se l’abbi divorate).
Trasilogo. ... ancora: che i cavalli fresoni, ginetti di Spagna e quelli del Regno sieno stregliati e forniti di tutto punto, e fra gli altri lo stornello che si chiama «il capitano», che s’assomiglia tutto a me d’animo, di forza e di gagliardia.
Mastica. (E di discorso ancora).
Squadra. Perché questo apparecchio, padrone?
Trasilogo. Questa sera mi sposerò con Olimpia, che iersera me lo fe’ intendere la madre; e tu sai bene come io sia morto e sbudellato per amor suo.
Mastica. (Tanto abbi l’anima quando l’arai!).
Squadra. È pur contenta Olimpia, e quando venne di Salerno ne stava cosí ritrosa!
Trasilogo. Ella fingeva cosí per fare mona Onesta con la madre; ma ella si strugge e spasima per amor mio. Oh, non sarebbe una sciocca se ricusasse me per qualsivoglia? non sono io il primo uomo del mondo?