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atto terzo 245


Don Flaminio. L’atto è pieno di speranza e di paura: non so a qual appigliarmi. Perché essendomi forzato mentre son vissuto di non macchiar la mia vita con alcuna poco men che onesta azione, or facendo un cosí gran tradimento, con che faccia comparirò piú mai fra cavalieri onorati? Mio fratello arderá di sdegno contro di me e ci uccideremo insieme.

Panimbolo. Noi lo battezaremo piú tosto un generoso inganno che vituperoso tradimento. Ad un amante è lecito usar ogni atto indegno di cavaliero contro qualsivoglia, purché rivale, per acquistarsi la donna amata: e negli amori non si ha rispetto né ad amicizia né a strettezza di sangue, e ogni inganno e tradimento per vincere è riputato ingegno e grande onore. Non si prendono molte cittá e castelli per tradimenti? e pur non «tradimenti» ma «stratagemmi militari» si chiamano. E quando si combatte per vincere, non si fa mostra per ferir nell’occhio e si percuote nel cuore? Voi per diverse vie aspirate alle nozze di Carizia: ella è posta nel mezo a chi per valore o per ingegno la sa guadagnare. Or ditemi, non ha egli usato a voi tradimento? mentre occultamente trattava averla per isposa, vi facea trattar matrimonio con la figlia del conte. Egli cerca ingannar voi: sera ben che inganniate lui. Poi fatto il sponsalizio, accioché si vergogni, gli improverarete che, non trattando con voi alla libera, l’avete fatto conoscere che, facendo professione di strasavio e d’esser vostro maestro, non è buono ad imparar da voi; e poi fatto l’errore, si trapongono gli uomini da bene e frati e preti, anzi il vostro zio, a por accordi fra voi. E al fin bisogna che si cheti: ché se ben v’uccidesse, non per questo otterrebbe il suo intento.

Don Flaminio. E non riuscendo quest’apparenza di notte, non so come andarebbe la cosa.

Panimbolo. Perché addur tante téme o perigli contro voi stesso? chi molto considera non vuol fare: lontani da’ pericoli, lontani dalle lodi della sperata vittoria: né valoroso né degno uomo può esser quello che schiva i pericoli, che aprono la via all’onore: temendo i pericoli, si guastano i desegni.

Don Flaminio. Chi non teme con ragione, incorre spesso in disordine; e la téma fa riuscire i consigli vani.