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ATTO I.

SCENA I.

Don Ignazio giovane, Simbolo suo cameriero.

Don Ignazio. Egli è possibile, o Simbolo, ch’avendoti commesso che fussi tornato e ben presto, che m’abbi fatto tanto penar per la risposta?

Simbolo. A far molti servigi bisogna molto tempo, né io poteva caminar tanto in un tratto.

Don Ignazio. In tanto tempo arei caminato tutto il mondo.

Simbolo. Sí, col cervello; ma io avea a caminar con le gambe.

Don Ignazio. Or questo è peggio, farmi penar di nuovo in ascoltar le tue scuse. Che hai tu fatto?

Simbolo. Son stato al maestro delle vesti.

Don Ignazio. Cominci da quello che manco m’importa.

Simbolo. Cominciarò da quello che piú vi piace: sono stato a don Flaminio vostro fratello, per saper la risposta che ave avuto dal conte di Tricarico della vostra sposa.

Don Ignazio. Che sai tu che questo mi piaccia?

Simbolo. Ve l’ho intesa lodar molto di bellezza, pregate don Flaminio che tratti col conte ve la conceda, passegiate tutto il giorno sotto le sue fenestre, e il pregio che guadagnaste nella festa de’ tori mandaste a donar a lei.

Don Ignazio. E ciò m’importa manco del primo.

Simbolo. Sono stato a madonna Angiola.

Don Ignazio. Ben?

Simbolo. Non era in chiesa, ché non era ancor venuta; ed io, per avanzar tempo per gli altri negozi, non l’aspettai.