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124 | la cintia |
Dulone. Rivocate l’animo a voi mentre vi racconto quanto ho fatto. — Andai col presente a Pandora mia amica e intrinseca di Amasia, le narrai i progressi de’ vostri amori: come per mezo di Cintio vostro amico siate sposati insieme e come è pregna di voi vicina al parto, e che l’avete fatta chiedere a Pedofilo per moglie, il qual, se ben al principio s’è mostrato alquanto ritrosetto, speravate che presto ve la concederebbe. ...
Erasto. Presto alla conclusione, che sto attaccato alla corda.
Dulone. ... E come la domenica passata giaceste seco tutta la notte. Ella ne restò tutta stupefatta, che, essendo Amasia tanto sua amica e intrinseca, in una cosa di tanta importanza non si fusse fidata di lei. E dice che la domenica passata fu con lei in un festino in casa di una sua vicina insino alle sei ore, e che poi dormí in sua camera insino al giorno, e che era impossibile che voi fuste giaciuto seco. Di piú, che l’ha spogliata e vestita mille volte e che in conto alcuno ha segno di pregnanza, anzi il ventre è cosí scarno e ritratto in dentro che non par femina. ...
Erasto. Uccidimi presto e non farmi morire d’una ferita immortale.
Dulone. ... Al fin le diedi i dieci ducati per amor vostro e le diedi la collana, ché la portasse ad Amasia. Andò molto volentieri: e dice che Amasia restò molto meravigliata, e che non solo non era vostra sposa ma che né col pensiero ci era caduta mai, e che ha sí ben amicizia con Cintio ma che di voi non mosse parola mai; all’ultimo, che l’avevate presa in cambio: e le tornò la collana. Eccola. Avete inteso?
Erasto. Cosí fusse nato sordo! Ma non lo credo.
Dulone. Perché non lo credete?
Erasto. Perché se lo credessi morirei.
Dulone. Non lo credete perché vi dispiace.
Erasto. Ma tu non sai che la domenica passata giacque meco e l’ebbi nuda in queste braccia? come dice che dormí seco in sua camera?
Dulone. Dite che nol credete, e pure il domandate.
Erasto. Cerco la veritá del fatto.